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Illuminare la cucina è fondamentale per ricreare dei piatti a prova di Masterchef.
Cucinare fa bene. Combatte ansia e stress e rende felici. Lo sapevi? Quindi, perché non farlo nelle migliori condizioni e con la giusta illuminazione?
Subito dopo la zona notte e la sala da bagno, infatti, è la parte della casa a cui si dedicano le maggiori attenzioni. Ecco perché illuminare la cucina nel modo corretto è fondamentale.
È lì che ci si incontra la mattina non appena svegli, ci si riunisce spesso di sfuggita all’ora di pranzo e ci si ritrova la sera per condividere le gioie (o le arrabbiature) della giornata.
Ed è sempre lì che prendono vita le migliori creazioni e, semplicemente indossando un grembiule, ci si sente tutti un po’ chef. O no?
Prima di metterti ai fornelli, però, è giusto che tu sappia che l’illuminazione della cucina è di 3 tipi:
Quindi la migliore soluzione per illuminare la cucina è quella di utilizzare più corpi illuminanti per soddisfare al meglio la quantità di luce richiesta da questo ambiente.
“E SE HO UN SOLO PUNTO LUCE?”
In questo caso, si ricorre a quella che viene definita “illuminazione a ragno”. Molto utilizzata anche quando il punto luce è decentrato rispetto al tavolo. Questa tipologia di illuminazione, che molto spesso viene inserita all’interno della cucina (e non solo) con le lampadine a vista, prevede un rosone centrale dal quale usciranno poi tutti i punti luce necessari ad illuminare ogni angolo della tua cucina.
Ma torniamo a noi e alla “stratificazione della luce”.
Dicevo: una sola luce non basta.
A seconda della grandezza e della struttura dell’ambiente (perché ultimamente vanno molto di moda gli open space che uniscono la cucina alla zona living), dovrai prevedere diverse installazioni:
Ovviamente, così come per tutti gli altri ambienti della casa, anche l‘illuminazione della cucina deve essere studiata a tavolino perché è importante tenere in considerazione diversi aspetti:
Ecco perché è sempre meglio rivolgersi ad un esperto, così che possa consigliarti la migliore soluzione
L’illuminazione della cucina è una scelta che deve sempre combinare design e funzionalità. Ecco perché, oltre alla giusta quantità di luce (i lumen), è importante anche scegliere la giusta temperatura del colore (i Kelvin).
Quante volte ti è capitato di spostarti vicino alla finestra per capire se la verdura che stavi per cucinare era rovinata o meno? Quante ancora hai rischiato di scottarti o tagliarti?
Se la risposta è “tante”, significa che è arrivato il momento di cambiare luce nella tua cucina. O meglio, cambiare la temperatura del colore. Il piano di lavoro e la zona cottura sono le aree che più di tutte hanno bisogno di una luce omogenea, diretta e naturale per darti modo di preparare i tuoi piatti in totale serenità.
E questa luce, che viene definita neutra, si aggira attorno ai 3500-4000K.
Rustico, shabby, moderno, classico, country.
Qualunque sia lo stile della tua cucina, per illuminarla a dovere, dovrai sempre avere un occhio di riguardo per il materiale (sia del corpo illuminante che della cucina stessa).
Lo stile country e lo stile rustico, richiamano la semplicità della tradizione e delle case accoglienti (un po’ la casa della nonna per intenderci), e per questo si sposano perfettamente con materiali come la ceramica, il rame, l’ottone grezzo.
Lo stile moderno invece accoglie benissimo le sospensioni in metallo o le innovative creazioni in Lentiflex/Opalflex della Slamp.
Il classico e lo shabby, soprattutto se è presente parecchio legno, possono essere “smorzati” con delle sospensioni in vetro che, oltre ad essere estremamente eleganti, diffondono benissimo la luce ed alleggeriscono l’ambiente.
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